Domenica 9 Marzo 2014
Dopo una serata a Ivrea a cena da amici per festeggiare il gentil sesso per l’8 marzo,non è che si è in gran forma ma le previsioni sono bellissime,alta pressione stabile e duratura. Decidiamo quindi di andare in Valsavaranche,la valle del Gran Paradiso.
Lasciamo l’auto nel grande parcheggio a Pont.al fondo della valle a 1960 metri punto di partenza per il rifugio Vittorio Emanuele e il Gran Paradiso. Sono le 8 di mattino e praticamente non c’è nessuno in giro,ci sono 6 gradi sottozero ma girato l’angolo dell’hotel vediamo una bella volpe quasi addomesticata che si lascia tranquillamente fotografare
Iniziamo la gita seguendo il percorso pedonale che fiancheggia la bella e lunga pista da fondo. Ci inoltriamo poi nella valle che seguiremo per intero lasciando a sinistra il sentiero per il Vittorio Emanuele
Superiamo la zona più pericolosa per le valanghe che scendono dai pendii laterali,comunque già tutte scese e il vallone si apre sempre di più
Siamo sempre in ombra e la temperatura è abbastanza bassa ma continuiamo senza sosta fino a quando il pendio si illumina dal sole.
Alcuni francesi che volevano salire al rifugio hanno poi proseguito per il nostro itinerario,dovendo prendere atto che la salita in questo periodo per il sentiero estivo è ripida e pericolosa mentre il percorso invernale seppur più tranquillo è decisamente molto lungo. Ci superano di gran passo ma li ritroveremo poi al colle.
Dopo una serie di serpentine la bella traccia con un lungo traverso si porta al panoramicissimo Colle del Grand Etret; sarà la nostra meta in quanto la vicina cima presenta cornici e saltini di roccia per niente invitanti.
Il panorama è notevole e in lontananza si vede anche il rifugio Vittorio Emanuele
Da sopra il ghiacciaio del Grand Etret non sembra un ghiacciaio,data la gran quantità di neve sembra un enorme pendio plateau solo da scendere.
Si sta bene sul colle,senza un filo di vento a quasi 3200 metri ma iniziamo poco dopo la discesa,bellissima e lunga
La neve è molto bella,farinosa e sicura,più in basso poco più pesante e poi addirittura assestata finchè raggiungiamo la pista da fondo e confondendoci con i numerosi fondisti e turisti a piedi ritorniamo all’auto