Domenica 30 Dicembre 2018
L’ultima escursione di quest’anno si sviluppa in Valle Varaita e precisamente nel dimenticato Vallone di Gilba, una valle laterale che si stacca dalla principale all’altezza di Brossasco, e continua per un lungo tratto fino all’ultima borgata di Danna. Quest’inverno povero di neve ci permette di salire delle secondarie ma panoramiche cime esposte a sud e quindi scaldate ugualmente dal sole invernale e prive di neve. La Rocca Bellina col suo caratteristico piloncino votivo è un promontorio che si affaccia sul vallone e permette una bella visuale sulla pianura cuneese e non solo. Proseguendo per San Bernardo si giunge su un grande e panoramico roccione con ancorata sopra una enorme croce in ferro, e di lì a pochi metri alla bella chiesetta che dà il nome al luogo. L’ultima meta e il Monte Scolagarda, l’ultima cima non boscosa della lunga costiera divisoria tra il vallone di Gilba e la Val Po che si sviluppa dal Colle di Gilba attraverso il Bric la Plata e la Rocca del Col. Il ritorno avviene per un sentiero ormai un pò abbandonato che attraversa un selvaggio versante, tra grandi massi rocciosi e sotto a delle pareti di granito.
Avvicinamento: da Piasco si risale la Val Varaita fino a Brossasco, dove all’uscita del paese si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Vallone di Gilba. Si sale sulla strada asfaltata superando alcune borgate fino alla deviazione sulla destra per Masueria, Canova e Chiabotto. Al quinto tornate e prima di Canova si parcheggia nello slargo e punto di arrivo del sentiero di ritorno.
Itinerario: si sale lungo la strada asfaltata raggiungendo poco dopo la bella borgata di Canova, si prosegue sulla strada asfaltata e dopo un tornate sulla destra si stacca a sinistra la sterrata da seguire con indicazioni San Bernardo. Si segue fedelmente la lunga strada che sale regolare nel bosco con alcuni tornanti fino a una svolta a sinistra e una forestale che si stacca sulla destra. Si segue questa forestale che scende leggermente e traversa il versante tralasciando alcune deviazioni secondarie, fino a innestarsi nel tracciato che proviene dal basso e che segue il costone divisorio col versante di Isasca. Si svolta a sinistra e in breve si raggiunge il caratteristico pulpito della Rocca Bellina e il suo pilone. Questo tratto devia un pò dal percorso e lo allunga di circa mezz’ora, perchè si può salire alla chiesetta di San Bernardo molto più celermente seguendo la sterrata principale, ma il luogo merita una visita. Dalla Rocca Bellina si segue adesso la strada che taglia verso sinistra in direzione ovest, lasciando quella che scende sulla destra verso Isasca e si continua in piano su di essa. Raggiunto un tratto in leggera discesa la si abbandona per salire sulla destra e seguendo una piccola traccia sul vicino costone divisorio con la Val Po. Si può comunque raggiungere il costone anche più a valle, salendo tra i faggi senza percorso obbligato. Si segue quindi un sentierino che segue il filo raggiungendo l’enorme roccione sul quale si trova la grande croce di San Bernardo. Lo si costeggia sulla destra, lato nord, passando sotto il suo strapiombo e con un breve tratto di arrampicata, aiutandosi con i cavi della recinzione si raggiunge la croce. Si scende a ritroso e seguendo il sentiero si giunge in breve alla bella chiesetta omonima, dove si trovano delle caratteristiche panchine in pietra. Si prosegue sul costone fino a raggiungere la sterrata lasciata in precedenza e per essa si traversa sul lato sud fino a ritrovarsi al Colle di Gura. Si continua sempre sulla strada raggiungendo infine la spianata del Pra la Tampa. Poco oltre si abbandona la strada per seguire sulla destra il sentiero in direzione di San Bernardo di Gilba e che attraversa sotto il Monte Scolagarda. Si segue in leggera salita il tracciato fino a sbucare su un vago costone dove il sentiero inizia a traversare in piano. Qui lo si abbandona per salire sulla destra senza percorso obbligato il ripido versante, e in poco meno di 100 metri di dislivello si raggiunge la panoramica cima dello Scolagarda. Si prosegue sul costone in leggera discesa su un sentierino e dove questo inizia a salire verso una vicina quota con ometto, lo si abbandona per seguire una vecchia ma visibile traccia sulla sinistra. S traversa in leggera discesa fino a ricongiungersi col sentiero principale abbandonato, prima in corrispondenza di uno spallone con delle rocce a quota 1503. Qui lo abbandona nuovamente per scendere sulla sinistra per un tracciato appena visibile tra le betulle, ma con evidenti segni color arancio sulle piante. Si scende diretti seguendo il bordo dello spallone passando nei pressi di alcune buche, per poi in corrispondenza di un piccolo piano, svoltare decisamente sulla destra seguendo i segni sulle piante. Il sentiero adesso è più visibile e lo si segue con altre svolte in mezzo alle betulle seguendo sempre i segni color arancio. Si raggiunge un prato con muretto a secco e poco sotto ci si innesta in una sterrata proveniente dal basso. La si segue in discesa per un breve tratto e dove questa svolta a destra, in corrispondenza della Meira Ladrit si segue sulla sinistra una strada chiusa da una sbarra con divieto di transito. Si raggiunge così una bella baita ristrutturata in mezzo a dei bei prati, si continua nella medesima direzione seguendo un muretto in pietra fino a innestarsi nel sentiero che proviene da destra da San Sebastiano. Si continua adesso seguendo questo tracciato che traversa lungamente passando sotto a delle pareti rocciose e in mezzo a grandi massi. In alcuni tratti è solo un esile traccia ma facendo attenzione non la si perde, finchè si raggiungono le grange diroccate di Meira del Founs. Qui il sentiero diventa più largo e battuto e traversando un ennesimo valloncello si sbuca alla borgata Fasciot superiore. Si continua passando a monte delle case per il sentiero che scende e prosegue in direzione dell’ultima gorgia da superare su un esile e “preoccupante”ponte in legno. Ancora un breve tratto e in leggera salita si ritorna all’auto.
Tanti Auguri di Buon Anno

poco dopo la partenza

lo Scolagarda

in salita sulla sterrata

arrivo a Rocca Bellina

il grazioso pilone

la grande croce di San Bernardo

il Monte Bracco e la pianura

tratto di arrampicata per arrivare alla croce

il roccione con al croce

San Bernardo

interno chiesetta

si continua tra i faggi

sullo Scolagarda

la lunga dorsale verso Garitta Nuova

in discesa tra le betulle

baita ristrutturata

a Meira del Founs

ritorno all’auto