Giovedì 28 Settembre 2017
Oggi con mio fratello e Marcello andiamo in valle Stura per una escursione in un angolo un pò dimenticato e fuori mano; precisamente sulla Punta Ciarnier (toponimo composto da car e nièr, in provenzale “rocca scura”), una bella e panoramica cima che si trova sulla displuviale tra il Vallone di Riofreddo e quello di Sant’Anna, sulla destra orografica della valle. Ero già stato qui in solitaria esattamente 15 anni fa, nel settembre del 2002 ed avevo percorso l’itinerario di oggi ma ero salito anche alla Punta Carilliera per poi scendere per il vecchio e dimenticato sentiero che dal Passo Ciarnier divalla direttamente sulla strada che sale al rifugio Malinvern. I ricordi purtroppo sono scarsi e la memoria mi fa tornare alla mente solo alcuni particolari. All’epoca poi ero più attento al lato sportivo e della prestazione per cui non notavo i particolari che questa bella escursione riserva. In effetti si tratta di una lunga gita, che percorre un vecchio sentiero ma ancora in buone condizioni e che passa per uno spettacolare vallone sospeso, cieco e senza sbocco e raggiungibile solamente per questo itinerario. Vallone percorso da un tracciato militare di fine ‘800 con tanto di ricovero ormai diroccato e dedicato al Capitano Naselli Rocca conte Pier Leone. La discesa invece l’abbiamo effettuata per la Cumba Funs Ciarnier, direttamente sulla strada del rifugio Malinvern su un sentiero ancora in buone condizioni nella parte alta, ma che poi si perde tra i rododendri e necessita di un pò di intuizione e fortuna per ritrovarlo più in basso, permettendo così di evitare alcuni salti rocciosi poco prima delle grange Borghin. Noi abbiamo seguito erroneamente una appena accennata traccia che a sinistra scendendo traversava nel vallone sotto il Passo Resdour,sede di un antico gias, ma che abbiamo abbandonato per ritornare nel vallone iniziale, seguendo un altra traccia, in quanto in quest’ultimo eravamo sicuri in qualche modo di scendere anche senza sentiero. La traccia gps allegata l’ho modificata e segue il giusto itinerario evitando il nostro errore.
Una bella sorpresa poi ci è capitata alla partenza, in quanto parcheggiando l’auto nella piazzola poco dopo dell’inizio del sentiero, troviamo un altra auto con due persone che si stanno preparando per la medesima salita; si trattava di Valerio e di Guido Ghigo, quest’ultimo amico di vecchie salite e avventure con me e mio fratello, nonchè alpinista di rilievo delle Alpi occidentali e non solo, apritore di numerose vie di montagna, e con i quali condividiamo la bella salita alla cima di oggi.
Avvicinamento: si risale la Valle Stura fino a Vinadio. Si continua per circa 500 metri per svoltare a sinistra sulla strada per il Colle della Lombarda e il Santuario di Sant’Anna. Si salgono i numerosi tornanti iniziali e dopo la frazione di Puà si svolta a sinistra per la stretta strada asfaltata che risale il Vallone di Rio Freddo. Dopo circa 700 metri si trova la palina indicatrice per il Forte Ciarnier e poco dopo una piazzola dove si lascia l’auto.
Itinerario: si raggiunge la palina e si segue il bel sentiero che anche se non segnato è ancora in buone condizioni. La traccia sale con numerose svolte nel bel bosco di faggi fino a raggiungere alcuni ruderi ” forest”. Si continua alle spalle di questi e per un vago sperone ci si porta a pochi metri dalla dorsale che divide il Vallone di Rio Freddo da quello di Sant’Anna. Con una breve deviazione si può raggiungere quest’ultima dove si trova un antico muretto a secco ancora in buone condizioni che taglia il versante opposto. Ritornati sul sentiero che qui diventa traccia segnata con ometti, si passano altri ruderi e si raggiunge il cippo sulla sommità del Poggio Donea. Si continua dapprima sulla dorsale, poi sul suo lato destro (nord ovest) e infine su quello sinistro (sud est) fino a raggiungere una sella dove si apre un valloncello con in fondo il colletto denominato Passo di Testa Combè. Lo si raggiunge e di qui è già visibile la nostra cima ancora lontana. Con un tratto pianeggiante e una breve risalita si raggiunge un secondo colletto a 2250 metri, non denominato che si trova a destra della Testa Combè (croce). Di qui è visibile tutto il vallone sospeso con in basso il sentiero ancora in ottime condizioni che attraversa una pietraia e in fondo a sinistra la nostra meta. Con una discesa di circa 100 metri di dislivello si raggiunge un bel muretto a secco e il tratto lastricato che assomiglia a quello che collega la Valscura con il Lago del Claus in Valle Gesso. Si continua e con alcune svolte si raggiunge il ricovero militare ormai diroccato e dedicato al Capitano Naselli Rocca. Si passa oltre e seguendo il tracciato che risale il versante destro del vallone si raggiunge il colletto senza nomea quota 2440, che si trova tra la nostra meta a sinistra e la Cima Resdour a destra. Si passa così sul versante del Vallone del Baraccone e si continua svoltando a sinistra subito dopo (ometto) lasciando il sentiero che in leggera salita porta al Passo Ciarnier. La nostra meta con il suo forte è visibile in alto a sinistra e la si raggiunge seguendo la traccia in circa 15 minuti. Il forte presenta ancora dei muri in buone condizioni ed è situato in una posizione dominate su tutti i valloni.
La discesa si effettua sul percorso di salita oppure come nel nostro caso per la Comba di Funs Cuarnier che scende diretta sulla strada di Rio Freddo. Questa soluzione è sconsigliabile in caso di scarsa visibilità e necessita nella parte bassa di un pò di intuito nel recepire la traccia che in alcuni tratti sparisce. Dalla cima quindi si segue facilmente la cresta che scende al Passo Ciarnier. Si divalla adesso sul ripido versante seguendo il sentiero ormai abbandonato ma ancora in buone condizioni. Si raggiunge una pietraia e si continua sempre leggermente a sinistra raggiungendo una piccola spianata. Poco dopo il sentiero si perde tra i numerosi rododendri per cui si scende diretti fino a un piccolo ripiano. Non lasciarsi tentare da una traccia visibile in alto a sinistra che taglia il pendio ma che porta in un altro vallone il cui sbocco in basso è da sperimentare. Si continua quindi sulla sinistra per raggiungere il bordo di una piccola pietraia dove si ritrova nuovamente il tracciato con altri ometti. Si scende adesso velocemente fino a dove il pendio diventa un canalone più ripido e la traccia si perde nuovamente. Si scende seguendo il fondo del canalone fino a dove si restringe ulteriormente. Qui si può continuare diretti fino sul bordo di un salto roccioso che sembra insuperabile, ma che si passa agevolmente sulla sinistra dove si trova una pianta, raggiungendo così un terreno meno ripido sul fondo del canalone. Oppure, percorso corretto, ci si tiene a sinistra al limitare del bosco e si scende un tratto ripido fino a rientrare nel canalone sotto il salto roccioso (cartello su una pianta visibile solo in salita). Qui il tracciato diventa dinuovo evidente e si ritrovano alcuni ometti. Con molte svolte si scende adesso agevolmente fino a raggiungere le grange Borghin. Si continua seguendo la strada sterrata di accesso oppure il sentiero che parte da sotto le case e in circa 10 minuti raggiunge finalmente la strada asfaltata di Rio Freddo (palina). Si segue adesso fedelmente la strada che in circa 3 km riporta all’auto passando nei pressi della diga.