Oggi combiniamo con una coppia di amici,Pino e Fabrizia in vacanza in valle Varaita,di salire una bella montagna nella valle di Bellino; il Pelvo di Ciabriera.
Le previsioni non sono male e ci troviamo presto a Sampeyre per poi salire fina a S.Anna a 1852 metri di quota,in fondo alla valle dei Bellino quella situata a ovest e destra orografica delle due vallate che si diramano a Casteldelfino dalla valle principale. Qui parcheggiamo alla fine della strada nei pressi del ponticello sul Varaita di Rui.
Io sole è già spuntato e illumina tutto il versante est della nostra montagna.
Seguiamo la carrareccia chiusa al traffico fino al suo termine a Pian Ceiol,bel pianoro erboso sede di pascoli,dove al fondo,su una bastionata rocciosa alta circa 250 metri si trovano alcune delle storiche cascate di ghiaccio salite negli anni 80 dai pionieri di questa disciplina; i ricordi tornano alla mente quando nel 1979 insieme ad un compagno salii in apertura e come prima salita,il primo e il più facile tiro della classica cascata Limo Nero,completata poi 2 anni dopo dal mitico GianCarlo Grassi. La rottura del rampone,assolutamente non idonei per il ghiaccio duro,ci ha fatto fortunatamente desistere perchè più in alto le difficoltà erano ben diverse e avremmo sicuramente rischiato grosso a causa dell’inesperienza e troppa audacia,uniti a materiale dell’epoca ben diverso da quello odierno.
La giornata promette bene anche se alcune nebbie si formano rapidamente sui versanti al sole. Superate le Barricate lasciamo il sentiero che sale verso il Maniglia e i colli di Bellino e Autaret,quest’ultimo lo seguiremo al ritorno.
Svoltando quindi a destra,est,saliamo alla panoramica Grangia Curnaschi,dove il sentiero diventa solo più una labile traccia ricoperta da erba. Il tratto che segue richiede attenzione nel scegliere il percorso e non perdere la traccia in quanto taglia per un breve tratto un ripidissimo pendio che adduce nella bella conca sovrastante le cascate di Pian Ceiol
Il terreno diventa subito più facile e la traccia sparisce ma il percorso è evidente; ci si dirige verso il centro del vallone in direzione di un costone erboso.Con stupore noto che questa valletta sospesa non è chiusa e delimitata dalla parete est del Pelvo di Ciabriera ma continua verso un piccolo pianoro chiamato Pian Seo e una piccola traccia porta ad una sella chiamata Chiutas; da questa si raggiunge in leggera discesa il vallone Baisa del Colle dove passa il sentiero per il Colle di Malacosta e l’omonima cima.
Salendo decisi in direzione del Passo di Ciabriera raggiungiamo l’ultimo pendio,il più ripido,quello che dal basso sembra inaccessibile; invece si sale agevolmente,il terreno non è franoso e seguendo dei vecchi segni rossi in breve siamo al passo. L’unico pericolo può sussistere in caso di pioggia in quanto questo tratto passa sotto la parete est dell’Autaret molto friabile e terrosa e può quindi scaricare pietre
Dal passo il panorama cambia completamente e si apre sul Maniglia,sul Pic du Pelvat e sulle cime della valle Ubayette. Il cielo qui è terso mentre dal versante italiano stanno salendo nebbie di calore dovute all’esposizione.
Scendiamo leggermente e passando sotto a delle rocce recuperiamo la traccia che sale alla cima e seguendo i numerosi ometti raggiungiamo la punta salendo il ripido e lungo pendio. Il panorama è guastato da alcune nebbie,specialmente sul versante italiano ma è comunque grandioso.
Per essere sopra ai 3000 il clima è confortevole,non c’è vento e non fa molto freddo.Dopo esserci rifocillati e riposati iniziamo la discesa seguendo la traccia e in breve siamo nella pietrosa conca sotto la cima e il passo. Di qui iniziamo un diagonale in direzione del colle dell’Autaret e senza traccia nè segni passiamo sotto un sperone roccioso; il colle adesso è sopra di noi per cui risaliamo il pietroso pendio che in circa 20 minuti ci porta a questo aperto colletto
Sul versante italiano il terreno è invece dolce e erboso e seguendo un bel sentiero divalliamo alle Grange dell’Autaret lasciando alle nostre spalle l’omonima cima,classica e rinomata gita di scialpinismo. Qui convergono anche i sentieri del Colle Bellino,della Bassa di Terrarossa e della Colletta
Seguendo il sentiero ritorniamo al punto dove questa mattina l’avevamo abbandonato e ripercorriamo il tratto seguito in salita ritornando all’auto.
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