Domenica 28 Maggio 2017
Oggi riparto alla scoperta di luoghi che ho frequentato moltissime volte nel periodo invernale, luoghi superclassici per lo scialpinismo e anche molto frequentati per il fuoripista sfruttando la seggiovia di Argentera. Ma nel periodo estivo sono praticamente dimenticati e a torto, perchè invece il bel bosco della zona chiamato Bosco Bandito, in questo periodo presenta una fioritura enorme di anemoni di montagna. Io stesso non ero mai stato a piedi in questa zona e devo dire che sono rimasto stupito dai bei colori del bosco, dalla numerosa fauna che lo popola e dalla tranquillità della zona nonostante il percorso si snodi in buona parte su una sterrata.
Percorro quindi tutta la val valle Stura e raggiunta Bersezio parcheggio nell’enorme piazzale antistante la partenza della seggiovia. Mi incammino attraversando il fiume sul ponte di legno per poi costeggiarlo in piano a sinistra verso valle. La cartina indica un sentiero che però ormai è abbandonato e coperto dall’erba. Proseguo in diagonale in leggera salita seguendo l’immaginaria traccia fino a recuperare più avanti la sterrata che si stacca dalla strada che da Bersezio porta a Ferriere. Col senno di poi consiglio di seguire subito la sterrata dal suo inizio dal centro di Bersezio. Seguo quindi la strada che sale decisa nel bosco, passa sotto la seggiovia e raggiunge una sella dove si divide; a sinistra prosegue salendo con numerose svolte sotto l’impianto fino a raggiungere la stazione a monte al Colletto Incianao, mentre a destra continua in piano in direzione ovest verso la Francia.
Continuo sulla destra e raggiungo una bella radura con una bella vista sull’alta valle. Proseguo in piano per un tratto fino a raggiungere una ripida rampa che porta nei pressi di un ripetitore con una casetta in legno e al vicino laghetto Lausetto.
La strada prosegue adesso in leggera discesa per raggiungere un altra bella radura e i due bivi che ci interessano; a destra quello che scende e porta ad Argentera e che seguirò al ritorno, mentre pochi metri più avanti a sinistra quello che sale al Gias delle Lose.
Mi incammino quindi seguendo quest’ultima traccia segnata con tacche azzurre qua e là. Se dapprima il sentiero sembra appena accennato, più avanti si presenta come una bella mulattiera, ormai abbandonata ma ancora ben percorribile e visibile. Salgo inoltrandomi nel bosco e con stupore mi accorgo dei numerosissimi anemoni di montagna che spuntano fioriti. Mentre salgo poi sento dinuovo quel verso di animale che già in altre occasioni avevo udito nei boschi. Un brutto verso che incute timore e assomiglia a un cane arrabbiato che non vede l’ora di aggredirti. Più volte mi ero domandato a chi appartenesse, forse a un uccello, difficilmente a un cane selvatico, Questa volta ho trovato la risposta in un capriolo, spaventato dalla mia presenza e dall’apparire all’improvviso dietro un costone. Poche volte emettono questo suono decisamente sgradevole, probabilmente solo in rare occasioni di pericolo.
Continuo seguendo il tracciato che sale con numerose svolte fino a raggiungere l’inizio di alcune chiazze di neve. Più salgo e più trovo residui della neve dell’inverno per cui inizio a non più seguire il tracciato che prosegue a destra verso il Gias delle Lose, ma a salire sfruttando dei costoni senza neve che mi portano nella grande conca dove termina il bosco e inizia il largo vallone che sale alla Cima delle Lose e all’Incianao a sinistra. Qui decido di fermarmi, peraltro già più in quota della meta prefissata per cui inizio a scendere cercando di recuperare il sentiero il più in basso possibile. Ritornato sui miei passi percorro il tracciato a ritroso fino alla strada con i due bivi.
Seguo adesso la strada verso ovest per andare a vedere una zona nominata Lou Bolét sulla cartina. In 5 minuti la raggiungo e scopro che si tratta di alcune trune ricavate nella riva dove il re veniva a caccia e probabilmente si appostava. Ritorno quindi indietro sulla strada fino ai due bivi dove imbocco questa volta il tracciato che scende ad Argentera. Seguo il sentiero che scende nel bosco, attraversa un rio abbastanza impetuoso fino a portarmi ad Argentera.
Qui seguo la strada asfaltata che attraversa il paese e poco dopo la lascio imboccando a destra un sentiero segnalato che porta ad un ponte in legno sullo Stura. Lo attraverso e seguo adesso il tracciato che costeggia il fiume sul lato destro orografico. A causa delle alte temperature di questi giorni la neve fonde rapidamente per cui mi trovo a dover attraversare con qualche difficoltà per non bagnarmi, alcuni rii che normalmente non danno problemi. Proseguo lungo il sentiero che più avanti mi porta in una bellissima radura pianeggiante con alcuni pini sparsi e con numerosissimi narcisi fioriti.
Come si sa il numero massimo di narcisi che ciascuno può raccogliere è uguale a 5 per cui mi attengo a questa legge e 5 ne raccolgo per portare ad Anto. Proseguo sempre per questi bei prati fino a raggiungere l’ultima spianata che mi riporta alla partenza della seggiovia e all’auto.