Domenica 1 Settembre 2013
Questa notte Anto era di turno per cui giustamente vuole stare a casa a riposarsi. Decido quindi di fare un giretto e essere a casa per pranzo. Non ero mai stato al Colle delle Goderie erroneamente chiamato perchè il nome giusto è Colla di Prarosso,una sella che divide il vallone di Roaschia in valle Gesso e Vernante in val Vermenagna. Arrivo tranquillamente in auto su strada asfaltata,fino a circa 2 km prima del colle,che è ancora presto e decido di salire sul Monet Sapè e andare a vedere il sentiero che taglia tutto il versante nord del Bussaia e Servantun e attarverso la Fontana e il Gias Liret porta al Balur e al Testas.
In circa un’ora arrivo sul Sapè,la giornata è splendida,l’unico problema è il sentiero in alcuni tratti molto erboso e con l’erba bagnata fradicia.
Superato il bosco sbuco sul costone che in breve porta sulla displuviale con il Vallone Sec che porta a direttamente a Vernante. Una piccola targhetta indica la cima che raggiungo in breve.Purtroppo l’erba bagnata mi inzuppato completamente i piedi che si son messi a fare cik ciak. Va beh tanto non è mia intenzione andare molto lontano.
Continuo ancora sulla bella e panoramica dorsale sulla labile traccia fino a entrare in una vegetazione decisamente folta. La traccia si intravede appena con sporadici segni rossi sui “bisun”ma esco da questa “foresta” che sono inzuppato fino alla cintola.
Ancora una spianata con erba bassa e arrivo dove la cartina e il gps mi indicano dove dovrebbe trovarsi il sentiero che mi interessava. Un segno rosso me lo indica ma spostandosi fuori dalla dorsale e sul versante nord è praticamente invaso dalla vegetazione e inpercorribile ameno di non avere un macete.
Pazienza sarà per un’altra volta. Ma visto che ero lì decido di continuare ancora un pezzo sulla dorsale per seguire un sentiero segnato bene sulle cartine ma appena visibile in reale. Lasciata la dorsale la traccia inizia a tagliare il versante est del Bussaia fino as perdersi…boia faus vado ancora un pezzo per vedere dove supera un saltino roccioso su un ripido spallone. In effeti diventa dinuovo visibile e senza difficoltà porta sotto la parete rocciosa del Bussaia. Nel frattempo sono anche arrivate delle nubi di condensazione dell’umidità e praticamente mi ritrovo nella nebbia con visibilità zero. Ma ormai la testardaggine di vedere dove porta la traccia mi fa proseguire fino a trovarmi su di un salto di roccia su una cengia esposta con parete sulla testa. Di qui non si passa. La cartina col gps mi indica il sentiero più in basso ma do un’occhiata e praticamente non è fattibile. Ritorno sui miei passi e di colpo sbuco dalle nubi e vedo la croce del Bussaia là in alto non molto distante. Dopo un pò di riflessione mi accanisco e decido di salire in cima perchè non penso che tornerò da quelle parti. Ho poi la traccia registrata col gps per cui anche in caso di nebbia non dovrei perdermi Seguo quindi un passaggio che avevo visto prima e che si è rivelato quello giusto e che infatti senza alcuna difficoltà mi porta su uno spallone.
Di qui il percorso è evidente e privo di difficoltà anche se senza traccia. Sento un rumore e vedo un branco di camosci che scappano dalla cima; non riesco a fotografarli ma in compenso vedo invece un altro branco ma di stambecchi i quali se ne stanno beati a ruminare.
Raggiungo la cresta tra la cima e la Rocca d’Orel e faccio attenzione a non passare troppo vicino a due maschioni di stambecchi che non si spostano a difesa del branco.
Arrivo in cima e un branco di femmine spaventate iniziano a correre su degli sfasciumi e giù per un canalino impressionante
Uno sguardo al Servantun e al paese di Entracque
Il tempo di fare due foto e mi incammino subito in discesa per essere come promesso ad Anto a casa per pranzo.
Un saluto a Orlando e consorte che incontro nei pressi del Monte Sapè
Download traccia GPS