Oggi andiamo con mio fratello Jello a fare una cima della valle Maira a torto un pò snobbata; la vicinanza della bella Rocca la Meya la fa passare in secondo piano anche se quest’ultima è solo 80 metri più alta. L’itinerario poi non è molto lungo perchè si sale in auto fino alla Grangia della Valletta a 2160 metri per una sterrata in buone condizioni.
La giornata promette bene anche se ci sono alcune nuvole in quota che però non dovrebbero creare problemi. Salita la val Maira fino a Ponte Marmora svoltiamo a sinistra per Marmora e Canosio fino a raggiungere Preit. Proseguiamo sulla strada asfaltata fino alle grange Selvest dove svoltiamo a sinistra e attraversato il ponte saliamo seguendo la sterrata fino alla Grangia della Valletta
Di fronte a noi la nord est della Rocca la Meya e alla nostra sinistra la nostra meta. Seguiamo sul sentiero segnato bianco rosso che sale verso il passo della Valletta sottano
La giornata inizia ad essere di stampo autunnale,i colori e la luce non sono più come in piena estate e l’aria è anche frizzante
Giungiamo così al Passo della Valletta sottano,caratteristico colle dominata da alcuni enormi spuntoni rocciosi di calcare grigio.
Qui lasciamo il sentiero che continua in leggera discesa verso il Colle del Mulo e saliamo l’erboso pendio che porta sulla cresta spartiacque tra vallone della Valletta e vallone di Marmora. Seguiamo adesso il panoramico crestone che con alcuni saliscendi porta al Passo della Valletta vero e proprio
Di qui inizia l’ultimo pendio che adduce alla cresta finale. Intanto arrivano alcune nuvole che velano un pò il sole e si alza un leggero vento freddo.
Raggiunta la cresta finale una labile traccia con alcuni ometti evita le rocce sul lato Valletta e con un ultimo ripido ma corto pendio ci porta in cima
Sulla cima c’è una un bella campana con una simpatica scritta; penso che tutte le cime al posto di orrende croci che simboleggiano prepotentemente la religione cristiana dovrebbero avere una campana che invece è usate praticamente in tutti i credi o al contrario non simboleggia nessuna religione. Visto che le montagne sono di tutti e non appartengono a nessuno un bell’ometto sarebbe più che sufficiente.
In cima c’è un fastidioso vento freddo che non ci lascia fermare più di tanto per cui riprendiamo quasi subito la discesa e ci fermiamo più in basso al riparo dal vento per uno spuntino. La discesa questa volta la facciamo diretta dal Passo della Valletta seguendo delle tracce di bestiame direttamente al Gias della Valletta e all’auto.
Al ritorno passiamo a trovare Ines e Alfio amici di vecchia data che hanno un bel locale a Marmora,Lou Dahu,un villaggio indiano con tanto di tende e yurte. Un bel spuntino è quello che ci voleva.
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