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Monte Emilius Valle d'Aosta centrale

Monte Bianco

Traccia GPS Rifugio Arbolle
Traccia GPS Emilius e discesa

Sabato 25 – Domenica 26 Luglio 2015

Oggi con Ivana,Gianfranco e Franco decidiamo di andare un weekend in Valle d’Aosta e precisamente sulla bella e grande piramide alta 3557 che sovrasta Aosta: il Monte Emilius.

Le previsioni sono belle ed è cessata un pò la grande calura dei giorni precedenti. Decidiamo di effettuare come al solito un percorso circolare,anche se questa volta non chiudiamo l’anello perfettamente perchè la partenza la faremo dal centro di Aosta con la ovovia per Pila. Lasciamo quindi un auto sopra Brissogne,un paesino che si trova sulla sinistra della valle poco prima di arrivare ad Aosta. Saliamo ancora un paio di chilometri oltre il paese sulla strada per Gramonenche e parcheggiamo dove finisce l’asfalto e inizia il divieto di transito. Scopriremo solamente al ritorno leggendo un ordinanza del sindaco che purtroppo non leggiamo alla partenza,nella quale autorizza solo per i giorni di questo weekend il percorso alle auto fino alla fine della strada, nei pressi di una centrale idroelettrica, cosa che ci avrebbe fatto risparmiare circa 3 chilometri…pazienza.

Scendiamo quindi con l’altra auto e parcheggiamo nel grande piazzale in centro di Aosta alla partenza dell’ovovia.

partenza

Questa cabinovia permette con soli 3,60 euro di salire velocemente fino a Pila evitando 18 km di strada. Giunti all’arrivo un cartello ci dice che a causa del temporale del giorno prima è fuori uso la seggiovia del Chamolè,che avremmo dovuto prendere per raggiungere il punto di partenza dell’itinerario per il rifugio Arbolle,risparmiando circa 500 metri di dislivello. Anche qui pazienza,partiamo quindi a piedi seguendo la pista da sci

partenza da Pila

 

appena partiti

 

sulla pista da sci

Man mano che ci alziamo lo sguardo si apre sui 4000 della valle giungendo così al bel lago Chamolè,sotto l’omonimo colle.

il Bianco

 

il Cervino

 

lago Chamolè

Di qui un ultimo ripido pendio ci porta allo stretto intaglio del colle di Chamolè,che non è un vero e proprio colle ma un passaggio su un costone che permette tramite una larga cengia di raggiungere il Vallone di Arbolle dove si trova il rifugio.

il rifugio dal colle Chamolè

 

arrivo al rifugio

Questo rifugio è una bella e confortevole costruzione con tutte le comodità; noi siamo ospitati nel camerone avendo prenotato l’ultimo giorno. Dopo una lauta cena con tanto di vino e pusacafè andiamo a dormire con sveglia alle 6. Il mattino dopo l’aria è bella frizzante e ci incamminiamo alle 7 seguendo il sentiero che risale il centro del vallone.

partenza dal rifugio

 

in salita

 

Monte Bianco

Il tracciato sale dolcemente e più avanti lascia alla destra il bivio per il Col Garin che dà sulla valle di Cogne. Seguendo sempre il bel sentiero ci portiamo così sotto il Colle dei Tre Cappuccini,così chiamato per la presenza di tre torrioni rocciosi,lasciando al bel Lac Gelè il bivio per il colle di Arbolle.

verso il colle dei Tre Cappuccini

 

la Grivola “la Bella”

Un ultimo pendio in mezzo a grossi massi, seguendo le tacche gialle, ci porta sull’aereo colle.

il vallone salito dal colle

Qui inizia l’ultima parte,circa 300 metri di dislivello, su terreno più ripido ma senza particolari difficoltà. Seguendo i vari segni dei passaggi,alcune tacche gialle e alcuni ometti giungiamo alla bella statua della Madonna sulla cima.

arrivo in cima

 

Anto in punta

Inutile spiegare il grandioso panorama che si ha da questa cima,situata in centro valle con Aosta laggiù a 3000 metri di dislivello più in basso.

Aosta là in fondo

 

il Cervino

 

il Rosa

 

il Bianco

Dalla cima riusciamo anche a vedere bene il Bivacco Menabreaz,situato a 2500 metri sulle sponde del Lago di Laures,prossima meta del nostro giro.

Lago di Laures e Bivacco Menabreaz

L’aria è bella frizzante e non indugiamo sulla cima. Riprendiamo la discesa ritornando al colle dei Tre Cappuccini. Dopo una breve pausa tribuliamo non poco a trovare il passaggio per scendere sul versante opposto; dal colle ci sono dei salti di roccia e si intravede l’unico posto accessibile per scendere più in là,ad un colletto più a sud. Seguiamo quindi l’aerea cresta e con alcuni facili passaggi di roccia giungiamo al suddetto colletto. Di qui si intravede adesso una labile traccia in mezzo a ripidi sfasciumi. La seguiamo facendo attenzione in un breve ma ripido e franoso tratto per raggiungere più in là un terreno più facile. Senza percorso obbligato scendiamo adesso diretti in mezzo agli sfasciumi e solo più in basso troviamo degli ometti e i segni gialli.

discesa dalla cima

 

arrivo al colletto

 

vallone sceso e colletto là in fondo

Questo tratto richiede un pò più di attenzione nella scelta del percorso e la non presenza di neve altrimenti sono necessari i ramponi. Divallando seguendo le frecce gialle giungiamo al Lago Jacquin dove ci fermiamo un pò di più. Riprendiamo il percorso seguendo le rare frecce facendo attenzione a non sbagliare perchè il terreno è pieno di avvallamenti e dossi,senza sentiero e quindi problematico in caso di scarsa visibilità. Scendiamo così al grande Lac d’En Haut dove si trova il bivio per il Colle di Arbolle e di Laures, e dove il sentiero adesso è ben visibile. Continuiamo scendendo in mezzo a bei pascoli per giungere infine al bivacco Menabreaz,una bella costruzione in pietra con tanto di luce e acqua. Peccato che la parte bella e accogliente è riservata ai soci che l’hanno presa in gestione; oggi alcuni di loro erano su per la festa e parlando con uno di loro ci ha spiegato un pò la storia del luogo.

vallone di Laures

 

verso il bivacco

 

arrivo al bivacco

 

finalmente una sosta coi fiocchi

Dopo esserci rifocillati ben bene riprendiamo la discesa che ahimè è ancora lunga,difatti mancano ancora 1500 metri di dislivello per raggiungere l’auto. Con una breve risalita ci portiamo sul colletto che dà sul più selvaggio e caratteristico vallone della valle d’Aosta Centarle,quello di Menabreaz che si vede benissimo dall’autostrada poco prima di raggiungere Aosta. Un ultimo sguardo all’Emilius e ci tuffiamo tramite un bel sentiero in questo lungo vallone che senza tregua ci riporterà all’auto.

uno sguardo all’Emilius

 

vallone di discesa


sul sentiero

 

in discesa

 

baita ristrutturata

Il sentiero è sempre bello e ben segnato e scende diretto e lungamente in mezzo a cascate e salti di roccia fino ad una strada dove si trova una centralina elettrica. In salita si impiegano circa 4 ore da qui per raggiungere il bivacco. Seguendo adesoo la strada in circa mezz’ora e dopo 2500 metri di dislivello in discesa giungiamo finalmente all’auto.

ATTENZIONE: la discesa nel Vallone di Laures è lunga è richiede nella parte alta un po di dimestichezza con terreni morenici e senza sentiero, ed è da evitare con scarsa visibilità

 

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1 Comment

  1. […] attrezzata con reti di protezione in attesa della materia prima. Intanto il panorama si apre sul Monte Emilius salito […]

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