Domenica 30 Ottobre 2016
La bella escursione di oggi si trova in Valsavaranche,al confine con il Parco del Gran Paradiso. La Becca Plana si trova sulla dorsale che divide la Valsavaranche dalla valle di Cogne ed è l’ultima cima facilmente accessibile prima della lunga cresta che porta su fino al Gran Nomenon e alla Grivola. La quota non è molto elevata ma il panorama è di prim’ordine essendo la visuale libera verso tutta la Valle d’Aosta.
Raggiungiamo Introd,bel borgo oltre Aosta e lsciato il bivio per la Val di Rhemes continuiamo sulla strada della Valsavaranche fino al bivio che porte alle poche case di Chevrere, sul versante destro orografico della valle. Lasciata l’auto nel piccolo parcheggio ci incamminiamo seguendo la strada che passa a monte delle case e imbocchiamo il sentiero a sinistra segnalato da una palina.
Questo tracciato sale ripido nel bosco che in breve diventa pineta con larici e abeti mischiati. Oltrepassata una stradina forestale continuiamo sempre sul sentiero in direzione del Petit Poignon con il panorama che si apre sul Monte Bianco in primo piano.
Raggiungiamo la bella zona nei pressi del Mont de Poignon,dove eravamo già stati due anni fa e continuiamo scendendo leggermente fino al Casotto del Parco e al colle del Petit Poignon. Qui inizia la lunga salita costantemente nel bosco che porta su fino in cima alla nostra montagna. Questo tratto non è menzionato sulle mappe ma è stato recentemente segnato con bolli gialli sugli alberi e alcune frecce gialle.
Saliamo costantemente seguendo il tracciato a volte non molto evidente fino a raggiungere un ripido pendio e uscire finalmente dal bosco nei pressi della cima. In breve la raggiungiamo e la visuale si apre magicamente su tutti i 4000 della valle.
Dopo una pausa e uno spuntino riprendiamo il cammino seguendo il nuovo tracciato che collega questa cima con il Colle di Becca Plana. Siamo stati a questo colle lo scorso anno salendo dalla Valle di Cogne e continuando verso il Bivacco Gontier. Ci aveva incuriosito la segnaletica che dal colle porta su questa cima,tracciato non segnata sulle carte. Questo tratto è stato però attrezzato nei punti più esposti con corde e catene e permette di evitare il tratto roccioso e alpinistico dell’affilata cresta. Seguiamo quindi le numerose frecce gialle che indicano il percorso facendo attenzione ad un colletto dove il sentierino non segue più la cresta ma si sposta a destra sul ripido pendio ovest. Con un traverso prima facile e poi esposto raggiungiamo il tratto attrezzato con catene che permettono di risalire quasi in cresta. Ancora un traverso esposto e ci troviamo su un’antecima proprio sulla verticale del colle. Scendiamo adesso superando ancora alcuni saltini rocciosi sempre ben attrezzati e ci troviamo così sul Colle di Becca Plana.
Uno sguardo indietro al tratto percorso e proseguiamo sulla destra del colle seguendo il bello e facile sentiero che attraversa lungamente il ripido versante. Continuiamo passando alcuni costoni sperando di iniziare prima o poi a scendere. Con stupore però dopo un ennesimo dosso si apre davanti a noi un grande vallone. Vediamo il sentiero che effettua un lungo semicerchio scendendo e poi risalendo per evitare dei salti rocciosi e portarsi così dalla parte opposta dove si intravede il Casotto del Parco di Arolla.
Proseguiamo in discesa su questo aereo tratto per poi risalire di circa 100 metri di dislivello per portarsi sul versante opposto e continuare fino al Casotto.
Questo casotto è posto in una posizione spettacolare,su un ripido poggio in peno sole e in un luogo veramente selvaggio. Tutto questo tratto,dal Colle di Becca Plana al casotto e anche nella parte bassa che percorreremo dopo è uno dei più spettacolari e selvaggi che abbiamo visitato in Valle d’Aosta.
Proseguiamo quindi sul sentiero segnato che subito perde decisamente quota sul ripido versante. Guardando in basso a un primo sguardo sembra impossibile di riuscire a passare. Tra salti rocciosi e ripidissimi prati il sentiero però è sempre ben percorribile riuscendo a districarsi in un labirinto di rocce e tratti scoscesi. Una volta anche senza gps e cartine i locali riuscivamo a tracciare e salire in posti impensabili, sfruttando i lati deboli della montagna.
Scendiamo lungamente tutto il versante puntando al paesino di Fenille che si intravede laggiù in fondo. Più in basso nell’ultimo tratto di discesa il pendio diventa meno ripido e passati sotto una effimera cascata raggiungiamo finalmente la strada asfaltata nei pressi di un tunnel. Non ci resta che seguire la strada che in circa 2,5 km ci riporta a Chevrere e all’auto.
Traccia GPS