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Balconata alta di Crosa Valle Varaita

mare di nuvole

Traccia GPS
Relazione
Videotraccia

 

 

Domenica 26 Ottobre 2020

 

Oggi con Anto andiamo a percorrere un sentiero che ho sempre notato salendo al Colle di Cervetto e alla Cima Crosa e che percorre il dirupato e selvaggio versante est di questa montagna. Si tratta di un percorso purtroppo ormai abbandonato e in alcuni tratti non molto evidente a causa dell’erba olina ma abbastanza ben segnato, e con le dovute attenzioni ad alcuni tratti un pò esposti è ancora ben percorribile. Il tracciato si sviluppa con un lungo traverso in quota sotto la dorsale che dalla cima Crosa scende verso sud destreggiandosi tra i numerosi e grandi salti di roccia che caratterizzano questo versante. Era probabilmente una via di comunicazione tra gli alpeggi di Pian Ciattiva e quelli di Pian del Gram, sopra Foresto, e ancora adesso presenta dei tratti scalinati a alcuni muretti di sostegno. E’ un vero e proprio balcone su Sampeyre e la bassa valle Varaita.

Avvertenze: il sentiero può essere classificato EE in quanto presenta dei tratti, specialmente nel primo terzo del percorso, dove è poco evidente e con erba olina che necessita di passo sicuro. Nella parte bassa non è facile recuperare il tracciato della balconata più a valle, quella ufficiale e ben segnata, in quanto varie tracce di animali portano a confondersi e nessun segno è presente. E’ più sicuro e facile, benchè si allunga un pò l’escursione, continuare seguendo i segni bianco-rossi che conducono a Meire Cassard e di qui senza problemi a Serre di Raie ritornando poi a Graziani o Morelli per il bel sentiero percorso in questa occasione. Evitare anche il tratto che dalla Balconata bassa scende diretto verso il Ponte Tibetano in quanto, benchè segnato, non è più frequentato, molto ripido, in alcuni tratti con alta vegetazione e con un tratto esposto su una stretta cengia (attrezzato però con una catena). Conviene continuare sulla Balconata bassa innestantosi quindi sul sentiero menzionato prima che dal Raie porta a Becetto.

Avvicinamento: si risale la Valle Varaita fino a Sampeyre dove si svolta a destra in direzione di Becetto. Raggiunta la borgata si continua sulla stretta strada asfaltata che dopo pochi chilometri passando per la bella borgata Morelli conduce a Rua dove termina l’asfalto e si parcheggia.

Itinerario: si segue la mulattiera che si inoltra nella pineta imboccando poco dopo il sentiero sulla destra che evita un lungo tornante. Si ritorna sulla mulattiera e la si segue agevolmente passando per la Baita del Lupo, fino a Pian Ciattiva dove termina in un alpeggio. Si prosegue quindi sul sentiero in direzione del Colle Cervetto fino a circa 2000 metri, dove si trova il bivio poco evidente che sulla sinistra stacca il nostro sentiero. Fare attenzione alla scritta rossa su una pietra con indicato Meire Cassard situata pochi metri a sinistra del tracciato. Si continua quindi sul sentierino che inizia a traversare verso sud in leggera salita portandosi sopra ad una aerea selletta e un evidente spuntone rossioso. Continuare pochi metri in direzione della vicina e meno appariscente selletta posta poco oltre, ma attenzione a non raggiungerla seguendo delle tracce che si sono rivelate sbagliate. Bisogna invece salire il ripido pendio erboso che si trova tra la prima e seconda sella percorrendo dei tornanti in direzione di un salto di roccia sovrastante. Il sentiero sempre segnato traversa adesso sotto queste rocce per poi proseguiie sempre più evidente e più marcato sul ripido versante. Lo si segue senza problemi risalendo ad un colletto in alto situato tra due rocce (tratto con scalini e muretto)e si continua in traverso per poi scendere con altre svolte e proseguire senza possibilità di errore sul panoramico e spettacolare percorso. Si giunge così con alcuni saliscendi e passando tra alcuni larici ad una zoan più erbosa e meno ripida in prossimita di alcuni massi rocciosi. Qui noi abbiamo svoltato a sinistra e dopo qualche incertezza recuperato un sentiero non segnato che traversa verso sinistra, scende un ripido e breve canalino e poco più in basso si innesta in quello ben segnato della Balconata ufficiale. Consiglio qui di seguirla verso destra fino a recuperare il sentiero che da Raie porta a Becetto. Noi invece abbiamo svoltato a sinistra e con una breve risalita siamo giunti sul un colletto dove sulla destra si stacca il sentiero che scende diretto al Ponte Tibetano. Benchè segnato è inizialmente poco evidente, poi percorre un ripidissimo tratto costeggiando sulla destra un salto di roccia, raversa a sinistra sotto di esso per un strettissima cengia in discesa lunga una decina di metri, attrezzata però con una nuova e robusta catena, per poi divenire più facilemnte percorribile fino a raggiungere il ponte tibetano. Oltrepaasto il ponte si risale verso sinistra il bel percorso botanico che in circa 15 minuti sbuca alla borgata Morelli. Per il vecchio sentiero che evita la strada si risale a Rua e infine all’auto.

 

la Crosa dalla Baita del Lupo

 

salendo

 

qui inizia la balconata

 

la scritta che indica l’inizio del percorso

 

mare di nuvole

 

la prima selletta

 

in traverso

 

vista sulle Marittime

 

si continua a traversare

 

si entra in nube

 

tra i grandi soffioni

 

particolare del sentiero

 

si arriva nella zona erbosa

 

là sotto Becetto

 

tratto attrezzato

 

sul ponte tibetano

 

a Morelli

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2 Comments

  1. Carlo ha detto:

    Balconata di Crosa.
    Itinerario molto bello quello da voi percorso. C’è la possibilità di effettuarlo con almeno altre due variabili. Noto però che, dalla vostra descrizione, le condizioni dei sentieri sono rimaste invariate rispetto a molti anni fa (a parte la sostituzione di una catena) E’ un peccato perché potrebbero offrire valide alternative alle classiche salite a Madonna Alpina e Cima di Crosa. Naturalmente più impegnative ma interessanti per gli escursionisti amanti di percorsi alternativi (come voi)
    Saluti Carlo

    • icio ha detto:

      ciao Carlo, concordo pienamente con le tue affermazioni,il sentiero è un vero balcone e con un pò di manutenzione sarebbe una bella escursione. La parte bassa da noi percorsa è proprio malandata, oltretutto c’è pure un cartello in basso, appena sopra il ponte tibetano, che lo indica ma in queste condizioni è decisamente sconsigliato, anche perchè si sviluppa su un terreno ripido e tra alcuni salti rocciosi. La zona è stata molto valorizzata in seguito alla cortruzione del ponte tibetano, speriamo che in un futuro gli amministratori locali “vedano” anche le altre opportunità.

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