Venerdi 17 – Domenica 26 Aprile 2015
Groenlandia….ne abbiamo sempre sentito parlare ma nessuno,io compreso,alla fine sa di preciso qualcosa su questo enorme territorio,grande come tutto il Sudamerica e con appena 60 mila abitanti. Fa parte del continente americano ma appartiene alla Danimarca ed è una immensa distesa di ghiacci e neve,la famosa calotta glaciale spessa fino a 3000 metri. Le montagne e i pochi villaggi si trovano tutti sulla costa; quella occidentale rivolta verso il Canada è la più popolata e anche quella col clima migliore,un pò meno freddo grazie a un residuo della Corrente del Golfo,mentre quella orientale,dove si trova Tasiilaq la meta del nostro viaggio,è la più fredda,meno popolata e la più montagnosa.
Per arrivarci si deve passare per forza dall’Islanda dove la Icelandair collega Reykjavik con i pochi aeroporti presenti. Il nostro volo è programmato due sole volte alla settimana e bisogna prenotare con largo anticipo. Ma non è ancora finita perchè per raggiungere il villaggio si deve ancora volare in elicottero per circa 30 minuti. Solo nel periodo estivo quando il mare si scioglie dai ghiacci si può arrivare in battello.
Un grazie va alla mia amica Ivana che ha organizzato il tutto,si è sbattuta per i voli e per tutto il resto e ha permesso che questo viaggio si realizzasse. Da Torino voliamo a Francoforte per poi partire per l’Islanda. Giunti a Reykjavik ci sistemiamo per una notte e il mattino dopo siamo in aeroporto per il volo su Kulusuk,un gruppetto di case sparse e sede di uno dei 3 aeroporti della costa est. Purtroppo ci viene comunicato che il volo è cancellato per cause che non sappiamo,scopriremo dopo per il meteo e l’inagibilità della pista in terra battuta. Ci sistemano allora in un bell’albergo a spese della compagnia compresi i pasti. Che fare? Decidiamo di affittare un pulmino da 8 posti per un giorno e così il pomeriggio andiamo a farci un giro turistico.
Due di noi erano già stati in Islanda per cui sapevano che si poteva andare a vedere i geyser e altri luoghi interessanti.

pozze di acqua calda dove si sviluppa il geyser
Ci spostiamo di poco e andiamo ad ammirare delle belle cascate e la famosa faglia sismica che divide la zolla europea da quella americana.Il paesaggio islandese è brullo,senza alberi e con solo rocce vulcaniche ma molto caratteristico
Il giorno dopo dinuovo volo annullato per cui riprendiamo il pulmino e effettuiamo un altro bel giro turistico in questa lande desolate. Non ci facciamo mancare però un bagno alla Laguna Blu,una piscina naturale all’aperto di acqua calda a circa 40 gradi; entrare e uscire in costume con fuori una temperatura di 0 gradi è un esperienza unica

paesaggio islandese

Laguna Blu
Il terzo giorno ci fanno il checkin per cui siamo convinti di partire….invece dinuovo annullato,ritiro dei bagagli e un ennesimo giorno a Reykjavik. Oggi non noleggiamo più il pulmino ma facciamo i turisti in città.

monumento ai Vichinghi

la cattedrale
Finalmente il martedi ci imbarchiamo e riusciamo con 2 ore di volo a raggiungere Kulusuk in Groenlandia.

arrivo a Kulusuk
Il paesaggio cambia completamente,se già in Islanda il clima era rigido è severo qui è decisamente peggio,troviamo un tempo splendido ma temperature decisamente rigide con sempre un venticello gelido che ti obbliga a essere sempre supervestito. La pista è in effetti un pantano perchè ci sono stati alcuni giorni con temperature sopra lo zero, assolutamente non normali per questi luoghi e oggi era il primo giorno di bel tempo e freddo.
Dopo ancora un’attesa di 2 ore ci imbarchiamo in elicottero per l’ultimo tratto di mare di circa 30 chilometri che ci separano da Tasiilaq

Imbarco in elicottero
Questo bellissimo volo ci permette di vedere dall’alto in che razza di posto siamo,mare e ghiaccio e montagne interminabili a vista d’occhio

dall’elicottero
Arrivati a Tasiilaq ci sistemiamo nella Casa Rossa,una struttura creata da una guida alpina italiana,Robert Peroni,un personaggio di 71 anni,altoatesino che ormai è 35 anni che abita laggiù. Si tratta di un piccolo albergo gestito da lui stesso con l’aiuto di alcuni Inuit,dove ci sono tutte le comodità nostre,da internet alla cucina italiana alle belle stanze arredate e con bagno. Robert è una persone molto gentile e affabile,difende la causa Inuit,cioè la popolazione indigena del luogo,i cosidetti esquimesi,ormai in via si estinzione se le cose continuano in questo modo. Si può vedere una bella video-intervista qui.

Tasiilaq
Il paese è costituito principalmente da piccole casette in legno rivestite di lamiera colorata che danno un tocco di originale a tutto il luogo. La Casa Rossa è costituita da una struttura principale e da varie casette indipendenti sparse nelle vicinanze. Alcuni di noi erano sistemati nella struttura principale,altri nella varie casette.
Il giorno seguente seguendo le indicazioni di Robert partiamo per una gita con obiettivo una cima e discesa da lato opposto. Purtroppo arrivati al colle il forte vento ci fa desistere e torniamo al villaggio per lo stesso itinerario. Intanto però capiamo come le distanze qui sono moltiplicate; data la rarefazione dell’aria tutto sembra vicino e alla portata,invece tutto è distante e lontano.

l’infinito

durante la prima gita
La sera mangiamo principalmente pesce,di tutte le razze e addirittura il vitello tonnato di balena.
Il giorno seguente visto il tempo splendido,freddo con -16 gradi,facciamo una escursione con i cani da slitta; ci porteranno in un luogo dove ci aspetteranno e noi saliremo su una cima per poi scendere sul versante opposto,su un enorme ghiacciaio per poi ritornare alle slitte.

partenza con le slitte

sul mare ghiacciato
Viaggiare su una slitta trainata dai cani è una esperienza particolare…ce ne sono da 10 a 12 per slitta e hanno una forza terribile. Paradossalmente non sono sfruttati ma è nella loro indole tirare e tirare,sempre tirare. Il padrone dà degli ordini con dei suoni particolari e loro vanno a destra o sinistra o si fermano e ripartono. Anche nelle leggere salite tirano a non finire. Arriviamo così nel punto dove iniziamo la nostra gita.

in salita

Roby il cacciatore
Con noi abbiamo il telefono satellitare e sempre il fucile contro gli orsi; appena ci si allontana di 1 km dal villaggio è obbligatorio portare il fucile. Tre cartucce che fanno un botto e spaventano e tre cartucce micidiali, per colpire. Non sono così frequenti gli incontri con gli orsi ma quando l’orso bianco ti vede non ti molla,ti segue e se può attacca perchè per lui qualsiasi cosa si muove è cibo. Saliamo a un colle da dove si vede la nostra cima; optiamo però per una cima più vicina e rinunciamo alla traversata anche perchè alcune nuvole si stanno formando sul ghiacciaio. Benchè muniti di tablet con cartina e gps che ci dà in continuo la posizione qui non si scherza….è tutto una dimensione diversa e non ritrovare i cani e le slitte vuol dire rischiare di lasciarci la pelle.

verso il colle

là in fondo la cima non raggiunta
Da questa cima secondaria riusciamo a vedere il grande fiordo di Sermilik e la calotta glaciale,ovvero l’inizio del nulla per chilometri e chilometri. Dal lato opposto invece il mare con piccoli iceberg e dinuovo il nulla.

il fiordo

il ghiacciaio

verso il mare
In cima si è alzato dinuovo un vento gelido per cui non tardiamo la discesa e quando torniamo alle slitte il tempo è cambiato velocemente e è iniziata una leggera nevicata.
Ripartiamo veloci per tornare in circa 2,15 ore al villaggio

in vista di Tasiilaq
Il giorno seguente,l’ultimo che staremo qui,decidiamo di fare una escursione sul mare e di raggiungere una modesta cima dal lato opposto del fiordo di Tasiilaq. Attraversare con gli sci,o a piedi il mare gelato è una sensazione unica,tutto piatto e distanze infinite.

verso il mare

Ivana impara a impugnare il fucile

distesa infinita
Nel nostro percorso vediamo in lontananza dei minuscoli puntini che però sembrano muoversi; sono dei pescatori che si trovano sul bordo del ghiaccio. Ci avviciniamo a uno di questi che pesca col filo. Qualcosa deve aver preso.

pescatore

un altro lontano lontano
Ci avviciniamo alla nostra cima,il cielo si è un pò velato ma non c’è vento e non si sta così male. Saliamo facilmente sulla puppone dove in primo piano si trova la bella e carattteristica cima rocciosa che domina il fiordo.

in cima

un altro pescatore
Iniziamo la discesa su bella neve fino al mare e riprendiamo la traversata per tornare nel paese.

ritorno a Tasiilaq
Il resto della giornata lo passiamo in paese per fare due compere e addirittura mangiare una buona coppetta di gelato in piccolo bar gestito da una danese.

bambini con i maestri della scuola
E’ giunto ormai il momento di ripartire, Un saluto a Robert e agli altri ospiti della Casa Rossa e riprendiamo l’elicottero per tornare a Kulusuk e di qui a Reykjavik. Un altra notte e si riprende l’aereo per tornare in Italia.

Robert e tutto il gruppo

sul volo di ritorno in elicottero

ritorno a Kulusuk
E’ stata una esperienza unica in uno dei posti più severi per viverci ma nello stesso tempo più pacifici e tranquilli,dove si bada solo all’essenziale,qui tutto è basato sulla sopravvivenza e il futile e superfluo non è di casa.